Laboratorio Architettura e Urbanistica di Alessandro Braghieri

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Cattedrale di Santa Maria del Bosco

Cuneo (CN) 

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Cuneo, Piemonte

Concorso d’idee – 2016

Con Luca Cavalca (artista) e Andrea Grillo (liturgista)

''Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»” (Gv 20,19). Dalla sera del giorno di Pasqua scaturisce, in modo icastico, il senso e lo stile del progetto: essenziale, conciso, sobrio, improntato ad un’ordinata e nobile semplicità.

La collocazione dell’altare al centro dello spazio della chiesa e rialzato, sotto la cupola, con gli altri poli liturgici (in particolare ambone, cattedra e sede) e i posti per i fedeli (ministri e popolo) disposti intorno, comporta che l’altare/Cristo è sempre visibile, è il centro e cuore dell’assemblea intorno al quale ruotano le liturgie e le altre attività che si svolgono in chiesa (e nella città se è “casa tra le case”); l’altare/Cristo sotto la luce che scende dalla cupola è la soglia/il contatto/il tramite tra noi radunati intorno ad esso e Dio Padre nell’alto dei cieli che ci dona il suo Figlio e il suo Spirito; l’altare/Cristo posto al centro con i ministri (compreso il presidente) e l’assemblea disposti intorno, “equidistanti” e sullo stesso piano (solo sede e cattedra sono leggermente rialzate per ragioni di visibilità e di gerarchia), sottolineano che uno solo è il Signore, che occupa lo spazio centrale e con la luce che si diffonde dalla cupola anche quello verticale, e l’orizzontalità dell’assemblea dove tutti hanno pari dignità (data dal battesimo) nella diversità dei ruoli; l’altare/Cristo posto al centro con l’alto ambone e l’insieme cattedra + sede, posti ai lati, anziché un’assemblea con l’attuale disposizione lineare vescovo-sacerdote-altare-ambone-popolo favorisce la “attiva”, “effettiva”, “piena”, “comunitaria” e “facile” partecipazione alla liturgia dei fedeli, che non sono “spettatori”, e il “fare comunità” insieme intorno all’altare, al proprio vescovo, al proprio parroco e fa sì che la Parola sia effettivamente proclamata non solo per il popolo ma anche per il presidente (che sta davanti all’ambone e non dietro), il primo a doverne essere edificato per poter guidare il popolo e celebrare i misteri.

La collocazione centrale dell’altare è in equilibrio con la disposizione dell’ambone, della cattedra e della sede vescovile, simmetrici all’asse della chiesa ed equidistanti dall’altare, centro e misura dello spazio. Nella rivisitazione dello spazio ecclesiale, al fonte battesimale e al confessionale sono stati assegnati due luoghi distinti ma in stretta relazione tra di loro e con il fulcro dell’altare, così come lo sono i sacramenti del battesimo e della riconciliazione.

Il riutilizzo del pulpito come ambone, risignificato con l’accostamento del grande leggio, connotato simbolicamente come roveto ardente, e reso adeguatamente accessibile, contribuisce a recuperare un arredo ingombrante e inutile (in uno “spazio sensibile”) facendo risaltare la dimensione sacramentale della Parola efficace che da esso discende.

Infine, la collocazione della gradinata della cantoria contribuisce a ricalibrare la lunghezza della chiesa nell’asse ingresso-coro e permette di preservare il vecchio altare con i relativi scalini, conservati in toto sotto la stessa. Il retrostante coro, raccolto e meglio dimensionato, diventa uno spazio finalmente idoneo per la celebrazione per la liturgia delle ore della piccola comunità del Capitolo.

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