Laboratorio Architettura e Urbanistica di Alessandro Braghieri

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Castello Botta Adorno / Stalle

Castelletto di Branduzzo (PV)

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Progettazione 2023, Esecuzione 2023

 

Il castello, dichiarato “monumento d’interesse particolarmente importante” con provvedimento del Ministro della Pubblica Istruzione del 24/05/1908, confermato con decreto n. 2983 del 03/04/1954 ai sensi art. 71 Legge 1089/1939, fu fatto erigere da Bergonzo Botta come villa-palazzo di campagna verso la fine del 1400, probabilmente modificando e ampliando una precedente struttura fortificata, e fu poi modificato con interventi sette ed ottocenteschi.

Il complesso monumentale si estende su una superficie superiore a cinque ettari ed è costituito da due corti chiuse, la “corte nobile” e la “corte agricola”, e da un giardino cinto da mura. La “corte nobile”, residenziale e di rappresentanza, è delimitata dal grande e bel palazzo rinascimentale, anche detto “Palazzo Bramantesco”, con pianta a C aperta sul grande giardino, e con ali molto lunghe. Ai quattro lati sono presenti quattro torri di cui le due minori, più antiche, che seguono il modello del castello visconteo, e le due maggiori, risalenti alla ristrutturazione tardo quattrocentesca, ispirate all’architettura rinascimentale lombarda degli Sforza. La “corte agricola”, di dimensioni circa quattro volte quella nobile, è circondata da edifici di servizio, tra i quali le stalle seicentesche, e per l’abitazione dei braccianti. L’immobile, abitato fino a metà del ‘900 (gli abitanti erano circa 300 nei periodi di maggiore attività), prima dei lavori di cui trattasi, versava in stato di abbandono e di estremo degrado, aggravato anche dalle ripetute occupazioni abusive e dai numerosi saccheggi subiti negli anni.

Il progetto ha riguardato sia interventi di messa in sicurezza e di adeguamento del manufatto, necessari per ridare compiutezza ai volumi e agli spazi, con l’eliminazione delle superfetazioni incongrue e la ricostruzione di parti crollate, sia di riqualificazione delle superfici dei prospetti esterni e negli interni delle stalle, dov’è stata eseguita la rimozione delle integrazioni in intonaco cementizio, il risanamento delle superfici in laterizio e la conservazione dell’intonaco antico superstite presente sulle facciate e negli interni.

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