Laboratorio Architettura e Urbanistica di Alessandro Braghieri

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Castello di Branduzzo

Castelletto di Branduzzo (PV)

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Progettazione 2021. Esecuzione 2021 - 2024

 

Il castello, dichiarato “monumento d’interesse particolarmente importante” con provvedimento del Ministro della Pubblica Istruzione del 24/05/1908, confermato con decreto n. 2983 del 03/04/1954 ai sensi art. 71 Legge 1089/1939, fu fatto erigere da Bergonzo Botta come villa-palazzo di campagna verso la fine del 1400, probabilmente modificando e ampliando una precedente struttura fortificata, e fu poi modificato con interventi sette ed ottocenteschi.

Il complesso monumentale si estende su una superficie superiore a cinque ettari ed è costituito da due corti chiuse, la “corte nobile” e la “corte agricola”, e da un giardino cinto da mura. La “corte nobile”, residenziale e di rappresentanza, è delimitata dal grande e bel palazzo rinascimentale, anche detto “Palazzo Bramantesco”, con pianta a C aperta sul grande giardino, e con ali molto lunghe. Ai quattro lati sono presenti quattro torri di cui le due minori, più antiche, che seguono il modello del castello visconteo, e le due maggiori, risalenti alla ristrutturazione tardo quattrocentesca, ispirate all’architettura rinascimentale lombarda degli Sforza. La “corte agricola”, di dimensioni circa quattro volte quella nobile, è circondata da edifici di servizio e per l’abitazione dei braccianti. L’immobile, abitato fino a metà del ‘900 (gli abitanti erano circa 300 nei periodi di maggiore attività), prima dei lavori di cui trattasi, versava in stato di abbandono e di estremo degrado, aggravato anche dalle ripetute occupazioni abusive e dai numerosi saccheggi subiti negli anni.

Il progetto ha riguardato il restauro conservativo di sei prospetti quattrocenteschi, in parte intonacati e ricchi di raffinate decorazioni architettoniche fittili e in parte in mattoni a vista, da attuare mediante la pulitura generale di tutte le superfici; la rimozione della patina biologica e, in generale, dei depositi più o meno coerenti; la riduzione e/o rimozione delle stuccature in malta incoerente; la rimozione di integrazioni in malta cementizia e rifacimento con malta di calce idraulica naturale; la stuccatura delle fessurazioni; la verifica e risarcimento del paramento murario con giunti erosi e/o troppo carenti; l’integrazione delle mancanze del paramento murario; la risarcitura delle lacune di piccole dimensioni dei lacerti d’intonaco e la stuccatura dei bordi di quelle maggiori; il consolidamento superficiale degli intonaci e del paramento murario che presentano erosione profonda; la riduzione dell’interferenza visiva delle integrazioni; l’integrazione delle mancanze dell’apparato decorativo in cotto strettamente funzionali alla conservazione del bene e la ricomposizione le parti di recupero ritrovate; la verifica e integrazione dei giunti tra gli elementi dell’apparato decorativo in cotto; la protezione di tutte le superfici orizzontali con “copertine” in cocciopesto.

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